
Una delle prime decisioni che bisogna prendere quando si è intenzionati ad acquistare una stampante 3D è sicuramente il tipo di estrusore. L’estrusore infatti rappresenta il cuore della stampante: è in questo punto che il filamento viene sciolto e adagiato sul piano.
Come succede spesso, non esiste la scelta giusta ma, leggendo questa guida, potrai fare la scelta giusta per te.
Come dicevamo l’estrusore rappresenta il cuore della nostra stampante ed è formato da due componenti: la hot-end e la cold-end. La hot-end, come suggerisce il nome, è la zona in cui avviene il processo di fusione del filamento mentre la seconda consiste nel meccanismo che spinge il filamento nella zona di fusione. Ed è proprio questo componente che costituisce la differenza tra estrusore Direct e Bowden.
Direct
Un estrusore Direct monta la cold-end direttamente sulla hot-end: questa struttura consente al motore (che imprime la rotazione al pignone) di trasmettere tutta l’energia al filamento senza provocare dispersioni che potrebbero causare un maggiore effetto stringing.
I principali vantaggi di questo tipo di estrusore sono legati alle performance: una trasmissione diretta permette una stampa efficace ed efficiente. Dall’altro lato caricare tutto l’estrusore sulle parti mobili della stampante potrebbe comprometterne la precisione e la stessa velocità di stampa, soprattutto se si tratta di stampati di fascia medio-bassa che montano cuscinetti e altre componenti economiche.

- Supporta filamenti morbidi
- Stampa efficiente grazie alla trasmissione diretta
- Più peso comporta una minor precisione e velocità
- Non consigliato su stampanti di fascia medio-bassa

- Il peso minore garantisce una maggiore precisione
- Filamenti morbidi non supportati
- Minore efficienza energetica
- Buona velocità di stampa
Bowden
Come anticipato nell’introduzione in un estrusore Bowden la cold-end è separata dalla hot-end (di solito è posizionata all’esterno). In questo caso il motore aziona il pignone che fa scorrere il filo in un tubo di Teflon fino alla hot-end situata sui bracci mobili della stampante. La delocalizzazione della cold-end consente di alleggerire il peso sulle parti mobili della stampante e ciò ha un impatto positivo sulla precisione e sulla velocità di stampa.
Come per il Direct anche il Bowden non è esente da difetti: il tragitto che il filo deve percorrere nel tubo influisce sull’efficienza della stampante, per questo è consigliabile ridurre al minimo la distanza tra le due componenti dell’estrusore. Un altra limitazione per quanto riguarda il Bowden è che non supporta filamenti morbidi in quanto tendono a creare attrito all’interno del tubo arrivando alla hot-end con una forza errata oppure potrebbero incepparsi attorno al pignone.
Per concludere è impossibile sapere a prescindere quale sia l’estrusore migliore, come abbiamo visto dipende dall’uso che si vuole fare della stampante e naturalmente dalla stessa stampante se se ne possiede già una. Per aiutarsi in questa scelta possiamo però porci alcune domande come ad esempio: che materiali si intende stampare? La stampante è in grado di sopportare le vibrazioni prodotte dal peso di un estrusore Direct senza comprometterne la precisione? Grazie a queste semplici domande e alle relative risposte presenti nella nostra guida ora è possibile effettuare una scelta consapevole e ponderata.
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